È lui l'uomo con il baffo che ha avuto l'onore di condurre per 10 anni le varie attività che l'Associazione programmava, condivideva nel paese di San Stino di Livenza. Era una realtà nuova perché si occupava di una tematica un po' scomoda a quel tempo, quasi fosse qualcosa che non interessare la comunità ma solo i famigliari che avevano nel loro nucleo una persona con una patologia di più o grave. L'associazione si è fatta strada perché credeva nella collaborazione con altre realtà di gruppo con lo scopo di coltivare un “Cultura di Solidarietà” dimostrando che operare nel volontariato era un qualcosa di “bello” , a portata di tutti e non solo per pochi “ esperti”.
Questo era lo spirito che Michele diffondeva nel gruppo e con lui sono iniziati anche i primi contatti con il Mo.V.I. (Movimento di Volontariato Italiano) e nel 1991 l’iscrizione al Registro Regionale delle Associazioni di Volontariato, passo questo molto importante perché veniva riconosciuta l’importanza di questa associazione nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni e la collaborazione con altri enti.
Il mandato di Michele finisce, rimane però come volontario naturalmente, e lo sostituisce Fabio. Assieme a Michele ha fondato l’Associazione. Crede nel gruppo, gruppo inteso come persone che condividono un ideale di vita, gruppo al quale appartengono persone con disabilità che ti trasmettono l’energia e il motivo di aggregazione, un gruppo che ti fa vivere delle esperienze dove il pessimismo non può esserci perché è più forte lo stare assieme e la forza che viene trasmessa non può passare inosservata. Fabio ha portato avanti inoltre le attività di Michele con il Mo.V.I. e altre nuove realtà che negli anni sono nate sia in paese che nei dintorni, iniziando inoltre a partecipare ai vari progetti che la Regione Veneto proponeva, dando così inizio ad una serie di iniziative di spettacoli in teatro, mostre fotografiche, di quadri aperti al pubblico in modo da far conoscere questa realtà e di che cosa sono in grado di fare queste persone “speciali”, che non vanno isolate ma sono parte di una società, di un paese
Fabio passa il testimone a Luisa. È, oltre che volontaria anche mamma di Riccardo affetto da disabilità dalla nascita. Questo ultimo ruolo la porta a vedere l’associazione come un’ancora di salvezza per i genitori e/o famigliari che hanno una persona diversamente abile perché, vivendo l’esperienza in prima persona, coglie quali siano le grandi difficoltà che queste hanno nell’affrontare ogni giorno della vita. È per questo che anche lei supporta l’ideale che l’Associazione ha, partecipando anche a tavoli rotondi con gli Enti Comunali e ULSS per poter progettare assieme un mondo migliore. Purtroppo spesso incontra degli ostacoli dovuti a tagli di costi e servizi a scapito dei più deboli. Ciò nonostante, supportata naturalmente dal gruppo, riesce a portare avanti quel riconoscimento che quando viene nominata La Rosa Blu, sindaci, piuttosto che assessori, o Dirigenti sanno che hanno davanti a loro un gruppo che vuole difendere la dignità della persona soprattutto se con difficoltà di disabilità.
Come per i precedenti Presidenti, viene eletto Stefano a sostituzione di Luisa. Stefano si trova a coprire un ruolo di una figura importante e rappresentativa di una associazione con ben 20 anni di attività, dove è stato tutto un crescendo, di novità, di importanza del gruppo. Anche Stefano oltre che volontario è fratello di Patrizia affetta da disabilità, quindi anche per lui questo mondo non è del tutto sconosciuto. Inizia a partecipare ad un soggiorno come aiuto cuoco e poi si è fatto coinvolgere e trascinare in questa esperienza di condivisione volta principalmente a dare un senso di responsabilità per rendere migliore a queste persone “speciali” la loro esistenza. Anche per lui il ruolo “The President” (così veniva chiamato dai nostri ragazzi) era quello di rappresentare l’Associazione davanti alle Istituzioni e Enti e partecipare alle varie iniziative e assemblee del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della Provincia di Venezia e del Mo.V.I., tutte attività finalizzate per promuovere battaglie a difesa dei più deboli piuttosto che riflessioni e attività per la realizzazione della” Carta dei Valori del Volontariato”
Ariane sostituisce Stefano. Anche lei prima di essere presidente è volontaria all’interno del gruppo dal lontano 1989 e questo le ha permesso di vedere da vicino la grande evoluzione che c’è stata internamente ed esternamente a questa realtà. Oltre a seguire le varie attività istituzionali che non possono mai mancare si concentra anche nell’attirare nuovi volontari, riscontrando però un muro, quasi che le persone non vogliano impegnarsi, confrontarsi non sapendo cosa di perdono. Partecipare al gruppo, come per ogni altro gruppo, è fondamentale per la crescita della persona e in questo in particolare anche se il ruolo di volontario è gratuito ti arricchisce molto come persona, ti insegna il rispetto dell’altro, che cosa sia la pazienza, l’umiltà e la discrezione perché come spesso dice lei “il rumore non fa bene, il bene non fa rumore”. Sono valori che all’interno del gruppo si condividono ogni volta che ci si incontra ma sono anche valori che poi ognuno continua nella sua vita quotidiana.